Recensione film: Blue Jasmine (2013)

Giunto al suo quarantasettesimo lungometraggio, il più grande umorista vivente cala con la lucidità d’un ventenne un delicato colpo alla società moderna ed alle sue contraddizioni.

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Dopo aver esplorato, nel corso di quasi cinquant’anni di gloriosa carriera, il sottile rapporto che intercorre tra commedia e tragedia ed aver tracciato più volte e in mille modi diversi la linea che le separa, Woody Allen decide di mescolare nel suo ultimo film queste due concezioni della vita, creando quella che potrebbe esser definita come una commedia amara o una dolce tragedia. Blue Jasmine è in bilico tra la spietata derisione del crollo di uno stile di vita e la tenera compassione verso la sofferenza umana, tra la freddezza meccanica dell’occhio indiscreto della macchina da presa e la brillantezza di ogni geniale perla nascosta tra le pagine della sceneggiatura. Racconta di una donna, interpretata da un’incredibile Cate Blanchett, che è costretta a rapportarsi con un mondo che la bellezza e “i geni giusti” le avevano permesso di abbandonare in giovane età. Un mondo rappresentato dalla sorella adottiva(Sally Hawkins), una donna di classe medio bassa in continua lotta con ogni difficoltà economica e sentimentale, combattuta tra uomini mediocri e lavori umili così come tra l’affetto per la sorella e l’inevitabile invidia per le sue fortune innate. E contemporaneamente alle goffe e quasi comiche vicende del presente narrativo della protagonista, Allen ci mostra il suo passato, quando, quale moglie di un ricco uomo d’affari, affogava dolcemente le sue pene e preoccupazioni nel caldo conforto dei soldi. Soldi che le assicuravano vestiti firmati e gioielli preziosi ma non la fedeltà del marito, soldi sulla cui provenienza preferiva non fare e non farsi domande, finché proprio i soldi diventarono la sua rovina, quando l’arresto del marito per frode fiscale e la confisca di tutti i suoi beni fecero crollare la torre di cristallo dalla quale la donna osservava il mondo.

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Facendo cadere una pioggia di gusto teatrale e di spensierata comicità sul duro cemento della realtà quotidiana, Woody Allen confeziona uno dei suoi film più completi, godibile dai fan del suo lato spiritoso così come da chi, come il sottoscritto, ha apprezzato maggiormente i suoi rari capolavori drammatici.

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